Con gli ulteriori tagli alla spesa pubblica, e in modo particolare alla sanità, annunciati di recente dal Governo Monti, si ripropone a Paternò la questione punto nascita. Nonostante il silenzio mediatico post-elettorale, infatti, il problema relativo alla chiusura dei punti nascita non è stato ancora risolto, a dispetto delle promesse fatte prima delle amministrative. É ormai da diversi mesi che la Regione siciliana, in linea con le direttive del Governo di Roma, ha emanato un decreto che fissa a 500 il numero minimo di parti che un punto nascita deve effettuare se vuole rimanere in vita. Se questa cifra non viene raggiunta, il reparto andrebbe chiuso e le partorienti inviate in ospedali più grandi e più attrezzati a gestire situazioni di emergenza. Già entro il 30 Giugno, il punto nascita del nosocomio paternese avrebbe dovuto dimostrare di possedere i requisiti necessari per rimanere aperto. Tuttavia, a pochi giorni della fatidica data, il commissario straordinario dell’Asp Catania, Gaetano Sirna, fa sapere: “non abbiamo ancora ricevuto i dati (relativi al SS. Salvatore). Una volta terminata l’analisi manderemo le nostre osservazioni all’Assessorato Regionale alla Sanità”. È a quest’organo, infatti, che spetta l’ultima parola. Ma, a sua volta, Palermo dipende da Roma, e quindi non è detto che un parere positivo da parte della Regione non venga contraddetto dai diktat sui tagli alla spesa pubblica imposti dal Governo centrale. Oltre all’aspetto tecnico, vi è però da tenere in considerazione anche quello politico: con l’annuncio delle dimissioni da parte del Presidente Raffaele Lombardo, il mantenimento dello status quo nella sanità siciliana potrebbe essere una buona carta da giocarsi durante la campagna elettorale, anche a rischio che il mantenimento di strutture poco efficienti possa portare al commissariamento delle Asp. Se i calcoli politici prevarranno sulle questioni economiche, allora l’ospedale di Paternò potrà dormire sonni tranquilli almeno fino ai primi mesi della nuova legislatura. Altrimenti, il punto nascita del SS. Salvatore rischia davvero di chiudere, a meno che non riesca a dimostrare, in questi primi sei mesi del 2012, di aver effettuato almeno 250 parti. Al momento, si parla di cifre di poco inferiori ai 200. Basteranno a salvare la struttura e mantenere questo importante servizio ai cittadini?
04/07/12
Silvia Giangravè