La paura resta, l’ansia pure. La notizia, lanciata dal Corriere della Sera, relativamente all’addio del call-center “Lombardia informatica”, da Paternò scatena il panico tra i dipendenti. Sul corriere, con un articolo che per la verità da una certa enfasi gioiosa alla notizia, si legge, “Retromarcia del Pirellone sul call center utilizzato per quasi 4 milioni e mezzo di visite mediche annue. S’ annuncia, infatti, una rivoluzione per il numero verde a cui da cinque anni rispondono centralinisti di Paternò non senza disagi per i pazienti che spesso si vedono consigliare ospedali troppo lontani da casa. La novità è che adesso il Pirellone cambia idea sulla scelta della Sicilia che, peraltro, solo nell’ultimo anno ha fatto uscire dalle casse pubbliche lombarde quasi 20 milioni di euro. il Centro unico di prenotazioni torna in Lombardia.” Un fulmine a ciel sereno, per i lavoratori di Paternò, decretato con una delibera votata qualche giorno fa dal governo Formigoni. Un colpo basso che penalizza anche con affermazioni di certo non piacevoli sull’efficienza dei lavoratori. Nella delibera sono riportate anche le date che scandiscono i futuri passaggi. Si parla del prossimo mese di giugno per l’individuazione di un sito lombardo per ospitare il nuovo call center, mentre entro l’anno si parla della messa in vendita del ramo paternese dell’azienda. Una data questa del 31 dicembre che non appare nuova. Già lo scorso anno si parlava della possibile fine del servizio proprio nel 2011 in coincidenza con la scadenza del bando assegnato a lombardia informatica. Un caso l’annuncio di oggi o la scelta era già preordinata?
In Lombardia, comunque, è già chiaro cosa dovrebbe accadere. In Sicilia, tra Paternò e Biancavilla, i due comuni che ospitano il call-center sanità e non solo, della regione lombarda si guarda con preoccupazione a questa scelta. I circa 700 lavoratori, molti dei quali studenti universitari, giovani diplomati e laureati, chiedono di sapere, cercano di capire cosa accadrà domani. E’ chiaro che per Paternò, dove l’azienda è nata sette anni fa, così come di recente anche per Biancavilla, la presenza del call-center è una valvola di sfogo importante per l’economia cittadina, un’ancora di salvezza che se persa potrebbe trascinare ancora più in basso una città, come quella paternese, già duramente provata. Il sindaco di Paternò, pippo failla, preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali anche se evidenzia il suo impegno per tentare di trovare una via d’uscita positiva alla vicenda. Nulla di ufficiale arriva dall’azienda. Si attenderebbe una presa di posizione del consigliere delegato, Giovanni Catanzaro, che tre anni fa ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Paternò, ma ad oggi non è arrivato nulla.
23/03/11
Mary Sottile