Due colpi diretti al petto, uno allo stomaco, ed uno al braccio. Finisce così la vita di una donna di appena 41 anni, la vita di una madre, che ha avuto, come unica colpa, quella di incontrare sulla sua strada l’uomo sbagliato. I fatti questa mattina, alle 9.30 circa, a Paternò, dove si consuma l’ennesimo caso di omicidio-suicidio, l’ennesimo caso di quel fenomeno, chiamato, forse troppo brutalmente “femminicidio”. Alla base del gesto il non riuscire ad accettare la fine di una storia d’amore. Tre anni di vita vissuta insieme, poi la fine di quell’amore, arrivato lo scorso mese di febbraio. C’è ancora un lui che non riesce a darsi pace, ed una lei che, invece, visto le incomprensioni di carattere, ha deciso di lasciarsi alle spalle ogni cosa. Nulla lasciava, però, presagire la tragedia consumatasi in via Gela, dove Salvatore Paternò, titolare di un autolavaggio, e padre di 4 figli, ha dato appuntamento alla ex compagna, Enza Anicito, chiedendole la restituzione di un suo anello, una fedina, ed in cambio le avrebbe restituito delle foto di loro insieme. All’appuntamento la donna arriva con la figlia, insieme stavano andando al lavoro, ad un call-center a Motta Sant’Anastasia. Lei scende dall’auto, una Nissan Micra, gli consegna l’anello e lui alcune buste, è a quel punto che lui, Salvatore Paternò, torna a chiederle di ritornare insieme. Enza Anicito gli risponde che è finita, che tra loro non può funzionare, ed è a questo punto che l’uomo, come racconterà la figlia di lei Sonia, ai carabinieri, estrae la pistola e spara. 6 colpi di una calibro 9 corto per uso sportivo, legalmente detenuta, 4 vanno a segno, con la donna colpita al braccio, allo stomaco ed al petto; due colpi, invece, saltano fuori dall’arma senza esser stati esplosi mentre lui tenta di sbloccarla, la pistola si è inceppata, per fortuna, perchè quell’arma l’aveva già puntata contro il volto di Sonia che, intanto, disperata, era scesa dall’auto nel tentativo di soccorrere la madre. Poi l’uomo si allontana, compie circa 300 metri, arriva fino alla Chiesa di San Biagio, dove bussa. Gli apre padre Enzo Algeri, Salvatore Paternò apparentemente tranquillo gli chiede se può entrare, quindi, si siede, resta alcuni minuti, forse un paio, seduto, a pregare, poi, esce e si spara due colpi al petto. Sul posto, ad indagare i carabinieri della compagnia di Paternò.

17/05/12

Mary Sottile