Riproposta l’ipotesi del 2011: nuova strada che colleghi il casello di Giarre a Motta Sant’Anastasia, passando per Santa Venerina, Trecastagni, Mascalucia, Belpasso e Paternò
La terza corsia della tangenziale di Catania non è una proposta sostenibile né lungimirante; più ragionevole ipotizzare tracciati alternativi che assorbano il traffico dei paesi etnei. È la proposta che esce dal focus sulle criticità della tangenziale promosso dall’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, e svoltosi nella sede catanese. Riproposta l’ipotesi – lanciata nel 2011 – di una nuova strada che colleghi il casello di Giarre a Motta Sant’Anastasia, passando per Santa Venerina, Trecastagni, Mascalucia, Belpasso e Paternò e che sarebbe idonea a distribuire il traffico e in grado di decongestionare la tangenziale, con effetti anche superiori alla terza corsia, peraltro tecnicamente difficoltosa. Vi sono anche altre due opzioni: il tratto Acireale-Motta passando da Tremestieri Etneo e Misterbianco; ed il tratto San Gregorio-Misterbianco.
Le tre diverse arterie correrebbero in parallelo a monte della tangenziale rappresentandone delle alternative per il traffico, in armonia con la mobilità sostenibile ed il rispetto dell’ambiente, mentre la terza corsia, rischierebbe di essere obsoleta già alla consegna fra una decina d’anni. «Sulla Tangenziale convergono le autostrade dell’Isola e le strade provinciali e si registra, secondo dati del 2011, il passaggio di oltre 300mila veicoli giornalieri e una perdita stimata di circa 900mila euro al giorno, pari a 250milioni all’anno», ha dichiarato il presidente di Ance Catania Rosario Fresta. Un motivo in più per fare presto e, soprattutto, fare bene.