La Commissione parlamentare  d’inchiesta è stata a Palermo per parlare delle attività illecite della questione rifiuti. Da un’indagine effettuata sotto la presidenza di Gaetano Pecorella è emerso che in Sicilia il sistema dei rifiuti è organizzato per delinquere e per questo la scelta del governo attuale della Regione è stata quella di presentare alla procura di Palermo un dossier nel quale sono stati evidenziati gli elementi di distorsione della procedura per l’aggiudicazione della gara per i termovalorizzatori. Dalla relazione emerge che è inutile, nello smaltimento dei rifiuti, la nomina di un commissario delegato. L’ancora di salvezza al problema che emerge dalla conclusione della relazione è l’applicazione delle norme,  del potenziamento dei sistemi di controllo esterni e interni, della formazione di polizia giudiziaria specializzata e attrezzata per questo tipo di indagini e della applicazione delle sanzioni penali. Presente alla riunione anche il presidente Lombardo che, assieme agli assessori regionali, sottolinea come la commissione ha confermato le valutazioni che il suo governo ha fatto nel dossier presentato ai magistrati. Sui termovalorizzatori, ha aggiunto Lombardo, era stata fatta una gara di pura formalità, in tempi brevi erano stati affidati siti e ambiti a imprese associate a loro volte ad altre imprese, alcune risultate infiltrate dalla mafia. Bloccando tutto si è fatto saltare una bomba ad orologeria.  Il governatore, adesso, punta sul nuovo piano rifiuti incentrato sulla raccolta differenziata, un pò di termovalorizzazione e alla riduzione degli Ato da 27 a 9. A proposito di inceneritori chissà quanti ricordano l’idea di un termovalorizzatore a Paternò che doveva nascere in Contrada Cannizola, a cinque chilometri circa dal centro abitato, tra aranceti e uliveti. Circa 10 anni fa la regione siciliana bandì una gara d’appalto per la realizzazione di un termovalorizzatore che se l’aggiudicò l’unica impresa a concorrere,  la D.B. Group S.p.A, autorizzata anche al recupero di rifiuti speciali e pericolosi. L’appalto fu successivamente bloccato perchè nei Sic, ovvero nei siti di interesse comunitario, qualsiasi progetto, a maggior ragione un inceneritore, è vincolato da precise condizioni. Tra queste, il fatto che la costruzione dell’impianto e della discarica non pregiudichi la salute dell’uomo. E lo stesso ministero dell’Ambiente disse di prendere in considerazione il trasferimento della costruzione in un’altra zona. Affermazione che venne cambiata poco dopo in quanto il ministero risultò magicamente favorevole all’iniziativa trasformando i Sic in Psic, dove la P sta per probabile, lasciando all’amministrazione regionale l’ultima valutazione. E sulla questione paternese lo stesso governatore durante il boom della questione Padrini decise di fare i nomi dei nemici della Sicilia, ovvero di coloro che scendono a patti con la mafia. All’interno di questa valutazione , il presidente Lombardo, aveva scritto nomi, cognomi e prestanome che si aggiravano intorno al termovalorizzatore di Paternò, definito dallo stesso come “l’affare del secolo”. La relazione, però, è stata inviata solo alla procura di Palermo e non a quella etnea.

25/01/11

Francesca Putrino