L’edilizia? Un settore in crisi, non è una novità. I dati relativamente alla perdita di posti di lavoro sono allarmanti. Una crisi profonda dove una grande incidenza, in negativo, è data dalla pubblica amministrazione. Basti pensare che in Sicilia sono ben 118 le opere pubbliche bloccate, per un importo di 5 miliardi e 15 milioni di euro. Alle imprese edili siciliane, nel tentativo di sopravvivere, non resta che guardare all’estero, al Kenya in particolare, considerato uno dei paesi strategici sui quali investire, insieme alla vasta area del Maghreb. L’estero diventa, dunque, una scelta obbligata, la valvola di sfogo è l’emigrazione. Tutto questo per mettere a freno la disoccupazione, visto il numero, sempre crescente in termini di perdita, di posti di lavoro. Anche nel catanese la situazione non cambia. Si annaspa, si tenta di trovare la via d’uscita, per poter riemergere prima di soffocare completamente. A Paternò, solo negli ultimi 4 anni, secondo i dati forniti dai sindacati questa mattina, sono stati persi 700 posti di lavoro. Per superare il difficile momento non resta che unire le forze per andare avanti. Nasce da qui la decisione dell’Amministrazione comunale Mangano di firmare insieme ai sindacati di Filca Cgil, Fillea Cisl, e Feneal Uil un protocollo d’intesa dove tra i punti più importanti vi è la richiesta alle aziende non territoriali che vincono gare d’appalto per l’esecuzione di lavori pubblici a paternò di prendere il 40% di manodopera locale. Non un obbligo di legge, come evidenzia il sindaco mangano, ma un invito morale, per aggrapparsi al settore edile, nella speranza che riesca a fare da traino per riuscire a superare le difficoltà economiche attuali.
24/07/13
Mary Sottile