L’attentato questa notte, in via San Francesco Paola. Atto incendiario contro lo studio dell’avvocatessa paternese Barbara Oliveri con ignoti che hanno lascito due copertoni d’auto davanti lo spiazzo del portone d’ingresso. Il denso fumo nero, subito partito dalle gomme in fumo, ha annerito, danneggiandolo, in portone d’ingresso della struttura.
Sul posto, avvertiti dai vicini, sono arrivati i vigili del fuoco del distaccamento di Paternò, ed i carabinieri che hanno avviato le indagini. Si indaga sull’attività professionale dell’avvocato Oliveri, civilista impegnata principalmente in materia di diritto di famiglia. “E’ un gesto che non mi spiego – evidenzia l’avvocato Oliveri – sono ancora sotto shock. Non ho mai subito minacce, né ho avuto contestazioni dai miei clienti. Penso, più all’azione, di qualche controparte anche se non riesco a comprendere chi possa essere e soprattutto perchè.”
E dopo l’attentato di questa notte la mente va ad un anno fa, quando un’auto lasciata in sosta davanti quello stesso portone d’ingresso, andò in fiamme. Allora si disse che era stato un puro caso, un fatto accidentale che, anche in quel caso, annerì la facciata esterna dello studio dell’avvocato.
“non so se legare i due fatti – afferma l’avvocato Oliveri –. Allora mi assicurarono che era un fatto accidentale. Sono allibita. Non riesco a spiegarmi questo fatto.”
E sulla vicenda arriva una dichiarazione del presidente dell’Associazione Forense di Paternò, l’avvocato Salvatore Asero Milazzo. “L’atto intimidatorio ad opera di ignoti – evidenzia il presidente Asero Milazzo -, subito dall’avvocato Barbara Oliveri, professionista serio ed integerrimo, rappresenta un esecrabile tentativo diretto a condizione la libertà dell’avvocato nell’espletamento dei suoi alti compiti di difesa dei diritti dei cittadini e di tutela della indipendenza e autonomia dell’avvocatura nell’esercizio della professione. L’associazione Forense di Paternò – conclude il presidente Asero Milazzo -, nel condannare fermamente il vile gesto, esprime solidarietà e affetto nei confronti della collega, incoraggiandola a continuare a perseguire, come finora ha fatto, i nobili fini dell’avvocatura.”
26/11/10
Mary Sottile