Professoressa senza titolo
Aveva dichiarato di possedere l’abilitazione per poter insegnare matematica. Titolo che in realtà non aveva mai ottenuto. Aveva superato lo scritto, ma poi era stata bocciata alla prova orale. Ad accertarlo è stato l’Ufficio scolastico regionale.
I giudici della Corte dei Conti d’appello hanno condannato Francesca Aiello di Siracusa a restituire allo Stato 67mila euro per arricchimento doloso.
Secondo i giudici contabili la sentenza va riconfermata perché “l’elemento psicologico del dolo deve ravvisarsi nella cosciente e voluta predisposizione e utilizzazione di autodichiarazioni attestanti una circostanza falsa”, mentre appare inverosimile l’affermazione dell’appellante secondo la quale “molti esponenti di piccoli sindacati si recavano nelle scuole private offrendosi di realizzare la compilazione della modulistica a fronte del versamento di una quota d’adesione sindacale. Così, la professoressa Aiello ha visto la propria domanda compilata da terzi e l’ha unicamente sottoscritta, seppur con leggerezza”.
I giudici spiegano che la compilazione della domanda con “leggerezza” nulla a che a fare “con le formalità successive ed è impensabile che tutti questi passaggi siano stati messi in atto senza piena consapevolezza e volontarietà da parte dell’insegnante. Concludono che inoltre alcune informazioni dettagliate contenute dall’istanza di inserimento in graduatoria non potevano essere conosciute da un non meglio identificato compilatore, diverso dalla diretta interessata”.