L’inflazione raggiunge oltre il 10% in molte località italiane. L’Istat ha raccolto i dati sugli aumenti dei prezzi ad agosto. I dati più rilevanti sono stati registrati a Bolzano e Catania (in entrambe le città il +10,5%), a seguire Palermo (+10,4%) e Trento (+10,2%). Situazione migliore a Parma (+7,3%), Reggio Emilia e Torino (entrambi +7,4%). Invece tra le macro-aree geografiche l’inflazione più alta della media è stata individuata nelle Isole (in aumento da +9,2% a +9,8%) e nel Nord-Est (da +8,4% di luglio a +8,9%). Al Sud passa da +7,8% a +8,3%, al Centro da +7,8% al +8,1% e al Nord-Ovest da +7,6% a +7,7%.

Il Codacons si esprime sui dati Istat relativi all’inflazione di agosto affermando che confermano “in pieno l’allarme stangata lanciato dal Codacons e l’aumento di prezzi e tariffe avrà effetti disastrosi per l’economia italiana, attraverso una riduzione del potere d’acquisto dei cittadini e una inevitabile contrazione dei consumi. Lo afferma l’associazione dei consumatori, commentando i numeri definitivi dell’Istat. A parità di consumi, e considerata la spesa totale annua delle famiglie residenti, il tasso di inflazione all’8,4% si traduce in una maggiore spesa pari a +2.580 euro annui per la famiglia ‘tipo’, che raggiunge i +3.352 euro annui per un nucleo con due figli. Un’inflazione che, tuttavia, non è democratica, visto che in alcune regioni raggiunge picchi elevatissimi“.

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, sostiene che ci troviamo davanti a una “vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e spingerà una fetta di popolazione verso la soglia di povertà. Il Governo non può più perdere tempo, e deve intervenire con urgenza fissando il price cap sull’energia e tagliando l’Iva sui generi di prima necessità come gli alimentari, in modo da evitare il default per migliaia e migliaia di imprese e famiglie che non possono più affrontare costi insostenibili”.