Un consiglio di circolo all’insegna delle polemiche quello che si è svolto questo pomeriggio presso l’istituto scolastico ‘Giovanni XXIII’ di Via Vulcano. Al centro della riunione – a cui hanno preso parte la dirigenza scolastica, i genitori e le autorità cittadine – la questione della sicurezza della struttura che ospita la scuola, relativamente al rifacimento del tetto. Ciò che le autorità della scuola, i genitori e i docenti chiedono è un assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione cittadina, affinché i lavori vengano fatti il più presto possibile. Il geometra Salvo Lo Vecchio, in rappresentanza dei genitori, ha affermato che i problemi strutturali dell’edificio erano già stati sollevati nell’Aprile del 2009 ma che l’intervento del sindaco è giunto solo di recente. Opinioni negative sono state rivolte anche al progetto ideato dall’Architetto Mimmo Benfatto, peraltro assente, in quanto la copertura realizzata sul tetto sarebbe rimasta parzialmente scoperta mentre i cordoni di collegamento – risalenti alla struttura originaria – non sarebbero stati sostituiti. Ma i problemi non finirebbero qui: la scuola si trova impossibilitata ad accendere i riscaldamenti per via dell’ordinanza del sindaco, la zona dei marciapiedi rimane off-limits a causa dell’intonaco che cede, mancano i requisiti igienici essenziali nelle toilette. L’amministrazione, per bocca del primo cittadino, Pippo Failla e dell’assessore alla pubblica istruzione, Alfio Virgolini, non ci sta e difende l’operato dei progettisti, che hanno lavorato senza l’aiuto di consulenti esterni e hanno fatto sì che la scuola rimanesse tutto sommato un edificio solido, provvedendo anche ad ancorare i pilastri rendendoli più resistenti. Virgolini, inoltre, si è impegnato ad accelerare i tempi per stanziare le somme per il rifacimento del tetto. Nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione, la dirigenza scolastica chiede ulteriori garanzie affinché i lavori di messa in sicurezza della struttura si trasformino da parole a fatti.
16/03/11
Silvia Giangravè