E’ di Salvatore Muni, di 34 anni, adranita, ma residente a Paternò, il corpo ritrovato carbonizzato nelle campagne di Belpasso domenica scorsa da un contadino diretto nel suo fondo agricolo. Ad identificare l’uomo, dopo l’autopsia effettuata dal medico legale, Giuseppe Ragazzi, sono stati i carabinieri della compagnia di Paternò che hanno condotto le indagini coordinati dal sostituto procuratore Fabio Scavone, della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania. Muni, come accertato dai carabinieri era scomparso da casa lo scorso 6 marzo il giorno prima, dunque, del ritrovamento. A presentare denuncia di scomparsa ai carabinieri era stata la moglie dell’uomo, presentatasi in caserma a Paternò. Come accertato dall’autopsia Muni sarebbe morto in un lasso di tempo compreso tra le 21 di sabato sera, quindi, lo stesso giorno della scomparsa, e le 4 del mattino di domenica. Efferato l’omicidio, così come emerge dall’autopsia. Un omicidio che non sembra legato ad un movente mafioso quando ad un’azione d’impeto. Chi ha ucciso Muni probabilmente non l’ha fatto premeditatamente ma ha agito d’impulso, per una rabbia improvvisa esplosa forse al culmine di una lite. Muni prima di morire è stato picchiato violentemente. Colpito diverse volte, in diverse parti del corpo, anche con delle pietre, probabilmente nello stesso luogo in cui è morto per essere dato, poi, alle fiamme.
Mary Sottile