Dopo gli arresti, oggi è il giorno degli interrogatori in carcere. L’operazione Iblis entra nel vivo dell’attività inquirente e questa mattina, in Tribunale a Catania, sono partiti i primi interrogatori. A rispondere alle domande dei sostituti procuratori Giuseppe Gennaro, Agata Santanocito, Antonino Fanara e Iole Boscarino, sono stati 18 dei 48 arrestati da carabinieri del Ros. I magistrati per ore hanno interrogato gli indagati per chiarire fatti, per stabilire se le accuse dei militari dell’Arma di presunti rapporti tra mafia, politica ed imprenditori sono veri e fino a che punto.
Già ieri un primo interrogatorio di un testimone relativamente ad una intercettazione del presunto boss Rosario Di Dio (secondo l’accusa avrebbe avuto rapporti con il parlamentare regionale Fausto Fagone) che parla del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo.
Il teste ha detto di non ricordare il contenuto della conversazione ma di fronte alla trascrizione del verbale ha confermato il suo contenuto, senza aggiungere altri particolari. Tra i fermati di ieri, lo ricordiamo c’e anche il geologo Giovanni Barbagallo, 61 anni, di Aci Castello. Per la Procura sarebbe un “colletto bianco” in grado di fare da trait d’union tra mafia, imprenditoria e politica. Indicato dalla Procura come “militante di spicco del Mpa e quindi in contatto con il fondatore del partito, Raffale Lombardo e suo fratello Angelo, oltre ai politici a essi collegati” è accusato di essere “uno strumento a disposizione del boss Vincenzo Aiello”. Di lui parla il pentito Giuseppe Di Fazio, ma il suo presunto ruolo emergerebbe anche da intercettazioni dei carabinieri del Ros. Sarebbe stato vicino a Angelo Santapaola, Giuseppe Ercolano ma soprattutto a Vincenzo Aiello, indicato come il reggente di Cosa nostra etnea.
Ma come ribadito ieri sul presidente della Regione, Raffaele Lombardo non c’è assolutamente nulla. E proprio il presidente Lombardo, in un’intervista al corriere della sera ha dichiarato: “Da oggi sappiamo che non c’è alcuna iniziativa processuale a mio carico, che non mi è stato nemmeno recapitato un avviso di garanzia, che non sono stati trovati riscontri a volgari insinuazioni. Con quelle voci infondate – continua Lombardo – hanno cercato di bloccare un governo impegnato nella pulizia della Sicilia.”
Il presidente Lombardo continua affermando che “bisogna tenere gli occhi aperti” e sulle dichiarazioni rese dal pentito Avola, dice di volere un confronto diretto con lui, “per sbugiardarlo, per prenderlo per quello che è, un volgare delinquente, un millantatore” e aggiunge dicendo che “ci sarà tempo per svelare la trama politico-mediatica”.
Da fonti della Procura si evidenzia che effettivamente non ci sono altri fascicoli pendenti, o secretati. Nuovi sviluppi e nuovi scenari potrebbero emergere dagli interrogatori, in caso di ammissioni o collaborazioni da parte degli arrestati.
04/11/10
Mary Sottile