Povertà. Parola dura, amara che evoca la rinuncia, che scava un solco profondo nella società tra chi vive quel momento di reale indigenza e tutto ciò che gli sta intorno. La difficile situazione economico finanziaria che l’Italia vive, i tagli ai servizi, le tante, innumerevoli tasse, e poi, ciliegina sulla torta, la perdita di posti di lavoro, hanno mandato al collasso migliaia di nuclei familiari. Difficile comprendere. Solo ascoltando le storie di chi quel momento lo vive, o forse basterebbe semplicemente guardarsi con più attenzione intorno, per capire. Ci sono interi nuclei familiari che vivono in appartamenti senza luce e gas, con lo sfratto che gli pende sul collo come una spada di damocle pronta a cadere, con il frigo vuoto, dove la merdendina a scuola per i propri figli diventa quasi un lusso. Niente è concesso al povero dell’era moderna che vive in una realtà scollata, una vita parallela rispetto all’uomo che gli sta accanto, il fortunato di turno che corre così in fretta tanto da non vederlo, o forse lo vede ma è più semplice girarsi dall’altra parte che tendere una mano. Anche questa è una stortura dell’era moderna. Chiedi aiuto e in molti casi trovi chi stringe le spalle, per farti capire che non ha come aiutarti. Se guardi alle istituzioni, al mondo della politica, il pollice non può che essere rivolto verso il basso; l’unica risposta che riescono a dare è: non vi sono più soldi. Abbiamo detto in molti casi, ma non in tutti. Per fortuna c’è chi della solidarietà ne ha fatto una missione di vita; chi in silenzio tenta di cancellare, dove possibile, come possibile, quel dolore. Sono le tante associazioni, cattoliche e laiche, in trincea ogni giorno. Dalla Caritas, all’Apas, dal Movimento per la Vita, alla Croce Rossa Italiana, per arrivare all’associazione Progressio ed alle tante altre realtà di volontariato che alla solidarietà ci credono davvero. Forse è il momento di dare tutti un proprio contributo, l’unione fa la forza. L’isolamento non serve a nessuno.

10/09/12

Mary Sottile