E’ stata fissata per domani alle 18,40 la fiaccolata per dire no alla chiusura della parrocchia di “San Francesco all’Annunziata” o meglio conosciuta come chiesa dei Cappuccini, per l’ordine francescano a cui è affidata. La notizia della  chiusura o meglio della riconversione a semplice convento e luogo di preghiera piuttosto che parrocchia, ha gettato nello sconforto l’intera comunità dei fedeli. Sono circa quattromila i fedeli che compongono la comunità ecclesiale attirati in chiesa, dalle numerose attività e incontri di preghiera e meditazione organizzati quasi quotidianamente per le esigenze cristiane di tutti. Dai ragazzi e bambini che seguono il catechismo, circa seicento, agli adulti dell’azione cattolica e della Caritas sempre disponibile nell’aiutare le famiglie bisognose, e ancora ai gruppi francescani il numero è davvero elevato a testimonianza del fervore cattolico che anima la parrocchia. Collaterali all’iniziativa della fiaccolata sono partite altre due iniziative come quella di una missiva scritta dai genitori dei bambini per motivare il loro disappunto circa il proposito della chiusura e una petizione che ha le medesime finalità, entrambe indirizzate agli organi competenti che dovrebbero pronunciarsi in merito, in questo caso l’Ordine Francescano Superiore che ha sede a Messina.  La ragione di questa, per molti opinabile decisione della chiusura della parrocchia,  sembra risiedere nella mancanza delle vocazioni. I frati, tre su quattro sono anziani e si sentono gravati dai diversi compiti che la parrocchia così attiva richiede, qualcuno addirittura sta per ritirarsi e, a causa della carenza di vocazioni, sono esigue se non del tutto infondate le possibilità che arrivi qualche altro frate. Quindi per un problema di personale, la parrocchia dovrebbe chiudere. Una comunità di fedeli, dunque disorientata, spaventata per il futuro, che non riesce a vedere un’equa prosecuzione del cammino di fede finora intrapreso senza troppe perplessità, anche grazie alle figure spirituali che l’hanno illuminato.  I dubbi maggiori, come anticipato, attanagliano i genitori dei bambini del catechismo, indirizzati fino ad oggi verso un percorso comunque positivo, perché l’insegnamento religioso, rappresenta il terreno fertile per scelte di vita moralmente edificanti. In un momento in cui, parimenti alla crisi di vocazioni, si assiste ad una profonda crisi di valori, eliminare un caposaldo etico come questa parrocchia sembra un paradosso. Il responso definitivo alla questione sarà reso noto dopo la celebrazione della Santa Pasqua, non rimane che sperare e invocare come invitano a fare i membri della comunità, lo Spirito Santo.

11/04/11

Lucia Paternò