Ripresa l’attività eruttiva sul vulcano. Il braccio lavico visibile dal versante orientale etneo
Una colata nata in sordina che ha già raggiunto una settimana di vita e i quasi 2200 metri sul livello del mare all’interno della Valle del Leone, quella formatasi in seguito all’apertura sull’Etna di una bocca effusiva sul fianco nord del Cratere di Sud-Est, giovedì scorso 12 maggio venti muniti prima delle nove di sera, seguita ad una ripresa dell’attività esplosiva sin dal 9 maggio, a due mesi e mezzo di distanza dall’ultimo episodio. Da 3.250 metri d’altitudine, il braccio lavico si è mosso in direzione Est-Nord-Est nella valle che sovrasta, sul versante orientale etneo, la più famosa Valle del Bove.
Il Cratere di Sud-Est in questi giorni è stato interessato, a intermittenza, da un’attività esplosiva stromboliana che ha anche prodotto emissioni di cenere ricadute nel versante orientale, diluita rapidamente nell’atmosfera. Nelle ultime ore le esplosioni sono state accompagnate da boati che hanno scosso diversi comuni dell’area pedemontana etnea. Sin quando sarà attiva, la colata è visibile dal versante orientale etneo, Piedimonte, Linguaglossa e il Porto di Riposto. Se ci si inoltra verso Piano Provenzana o verso il Citelli, il braccio lavico si vede sempre meno sino a sparire, a meno che non si raggiungano a piedi e in salita i Pizzi Deneri, tenersi a distanza e nei limiti delle prescrizioni normative, per osservare quello che è, e resta, uno degli spettacoli più affascinanti che madre natura può regalare.