“Sulla valorizzazione dei rifiuti abbiamo previsto due impianti da 200 tonnellate a Palermo e Catania e altri cinque o sei da 60-80 tonnellate per garantire una distribuzione regionale abbastanza equa. Questi impianti potrebbero essere realizzati nelle discariche esistenti”. Lo ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta, in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, presentando alcuni provvedimenti in materia di rifiuti. La tesi della Regione è molto semplice: le due città maggiori producono le più grandi quantità di rifiuti, quindi è naturale costruire gli impianti più importanti lì: nasceranno così due termovalorizzatori gemelli da 200 mila tonnellate, strutture cioè non troppo grandi che eviteranno la congestione del trasporto di immondizia. Le altre 300.000 saranno distribuite in quattro piccoli impianti da 60-80 mila tonnellate all’anno: ne nascerà uno nel Messinese, uno fra Ragusa e Siracusa, uno fra Enna e Caltanissetta e uno fra Agrigento e Trapani. Il nuovo piano, però, lascia la porta aperta alla possibilità che gli impianti siano di più, fino a un massimo di 18. Le strutture, come la Regione aveva già fatto sapere nei mesi scorsi, potranno essere realizzate solo nelle discariche pubbliche attive, nelle discariche dismesse e all’interno o a ridosso delle aree industriali. Fra le “altre tecnologie” potrebbero rientrare i “liquefattori”, impianti che ricavano acqua per l’agricoltura, metano ed energia dall’immondizia. Il vertice è stato caratterizzato da toni pacati dopo gli scontri degli ultimi giorni. Scontri fra Palazzo d’Orléans e il ministero, che ha bacchettato la Sicilia, ma anche all’interno della stessa Regione: ieri, come per evidenziare una ritrovata armonia, Contrafatto e Crocetta si sono seduti dalla stessa parte del tavolo e non su lati opposti come è avvenuto le volte precedenti. Il nodo, adesso, riguarda la differenziata.