Il bilancio dell’Ente è salvo, il Comune di Paternò ha chiuso oggi gli equilibri di bilancio con la delibera pronta per l’invio al presidente del consiglio comunale, Giuseppe Lo Faro, che ora dovrà convocare tempestivamente l’assise civica sul voto. Si chiude, dunque, e si evita anche il dissesto finanziario, ma non è una scelta indolore. La città si prepara a piangere ancora lacrime e sangue, pagando a caro prezzo il problema economico dell’Ente. Ed ecco i motivi. Gli equilibri di bilancio si sono chiusi ma è necessario rientrare in alcuni debiti fuori bilancio, per 5 milioni e 500 mila euro. La somma verrà recuperata in 3 anni, attraverso due diverse strade; la prima, subito, entro l’anno, con 700 mila euro che vanno trovati con le variazioni di bilancio che il consiglio comunale dovrà votare a novembre. In pratica l’Amministrazione ha chiesto di utilizzare le somme non ancora impegnate. L’altra strada, come detto si compirà in 3 anni, ed è quella più amara per i cittadini, visto che prevede l’introito nelle casse dell’Ente di 1 milione e 600 mila euro circa l’anno da trovare attraverso l’addizionale irpef che passerà dall’attuale quota dello 0.2% allo 0.8% già dal 2012. Quindi un aumento del triplo della quota, necessaria, come spiegano dall’Ente a salvare “capre e cavoli” o per meglio dire, Comune e città. Non felici i cittadini che già hanno mal digerito l’ingresso della nuova tassa, comparsa quest’anno e da pagare per la prima volta, con un’aliquota allo 0.2 nella dichiarazione dei redditi del 2012. Per quanto riguarda l’aliquota triplicata allo 0.8%, dunque, se il consiglio comunale approverà questi equilibri di bilancio, i cittadini la vedranno nella dichiarazione dei redditi del 2013. La cinghia, dunque, si stringe sempre più e quasi spuntano le ossa.

11/10/11

Mary Sottile