Assolti per non aver commesso il fatto. La Corte d’appello di Catania, conferma la sentenza espressa il 12 maggio del 2009 dalla Corte d’Assise del capoluogo etneo, e scagiona Benedetto Beato, Alfredo Scuderi, Salvatore Assinnata e Giovanni Messina, per il duplice omicidio di Salvatore Salvia e Roberto Faro, ed il ferimento del figlio di Salvia, Alessio, commessi l’11 giugno del 2006, in via Sardegna, periferia di Paternò. Si attendono ora le motivazioni della sentenza per capire cosa ha portato i giudici ad emettere l’assoluzione con formula piena dei quattro imputati, coinvolti, a vario titolo nel procedimento giudiziario. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri della Compagnia di Paternò, sorretta dalla Procura di Catania, a partecipare al duplice omicidio furono Alfredo Scuderi, Benedetto Beato e Giovanni Messina, mentre il mandante era Salvatore Assinnata. Secondo sempre la ricostruzione delle forze dell’ordine, le due vittime dovevano essere punite per aver rubato in cantieri edili protetti dal clan. Una punizione severa, che potesse essere da esempio per altri che pensavano di poter “sgarrare” e restare impuniti. E nella fiat uno crivellata di colpi la sera dell’11 giugno c’era anche il figlio di Salvia, Alessio, di soli 7 anni all’epoca dei fatti. Nel momento in cui i killer arrivarono e spararono contro Roberto Faro e Salvatore Salvia, Alessio era coricato sul sedile posteriore della vettura. I killer probabilmente non si accorsero neanche della presenza del bambino e per lui, il fatto di essere sdraiato, gli salvò la vita. E sulla testimonianza di Alessio dalla Procura che chiese in primo grado l’ergastolo per i quattro imputati, è stato incardinato il processo in primo grado. Le dichiarazioni del bambino inchiodavano i quattro uomini, ma secondo i giudici il racconto d’Alessio era inattendibile, come avevano sostenuto i legali degli imputati, gli avvocati Turi Caruso, Lucia D’Anna, Vittorio Lo Presti e Vincenzo Gullotta. Ora non resta che attendere le motivazioni della sentenza per comprendere cosa ha portato i giudici della corte d’appello ad emettere l’assoluzione con formula piena.
06/11/12
Mary Sottile