Fino a sei anni di carcere per chi sfrutta lavoratori in nero nelle campagne. È il nuovo disegno di legge a cui la Camera ha dato il via libera con voto quasi unanime. Ad astenersi dal ddl proposto dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, soltanto Forza Italia e Lega nord. La legge ha il merito di riconoscere nello specifico il reato di caporalato, inasprendo la pena per chi sfrutta il lavoro nero nelle campagne, spesso a condizioni disumane. Il provvedimento, sostanzialmente, riscrive la norma precedente, introducendo oltre ad un inasprimento della pena, anche altre misure quali: il controllo giudiziario sull’azienda e la confisca dei beni come avviene con le organizzazioni criminali mafiose.
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