Continua lo sciopero degli operatori ecologici in molti dei comuni serviti da Ato Simeto Ambiente.
Un’altra, ennesima giornata nera sul fronte rifiuti. Stamane gli operatori ecologici dei comuni serviti da Ato 3 Simeto Ambiente hanno nuovamente incrociato le braccia, eccezion fatta per Gravina, Adrano, San Giovanni La Punta, San Pietro Clarenza, Mascalucia e San Gregorio. Sono comunque garantiti i servizi essenziali, e cioè la pulizia di ospedali, scuole e caserme.
Il motivo dello sciopero è sempre lo stesso, ovvero l’insolvenza da parte dei consorzi nel pagamento degli stipendi dei lavoratori, i quali stanno ancora aspettando metà della paga di Settembre. Da questo quadro rimane fuori, per il momento, il comune di Adrano, in cui la Dusty ha deciso di pagare i netturbini, in modo da fare ammenda per i ritardi patiti più volte nel corso dell’anno, con conseguenti e innumerevoli astensioni dal lavoro da parte degli operatori ecologici.
Sciopero anche a Paternò. Ieri i lavoratori avevano deciso di non partecipare alla protesta perchè attendevano una risposta da parte del ditta Gesenu in serata. Risposta che è stata evidentemente negativa. A Biancavilla la protesta si protrae invece da ben 4 giorni.
Ma il dramma peggiore è che, al momento, non ci sono soluzioni per dirimere una controversia che dura ormai da troppo tempo e che coinvolge l’Ato 3, le aziende consorziate, i sindaci e, ovviamente, i cittadini. Il presidente di Simeto Ambiente, Angelo Liggeri, ha fissato una serie di incontri con le singole aziende consorziate e con i sindaci dei comuni da esse servite. Stamane ha incontrato la Dusty, domani si prevede una riunione con Gesenu, che serve, fra gli altri, il comune di Paternò. Il problema, da tempo all’ordine del giorno, riguarda proprio le casse delle ditte consorziate, che lamentano una perdita tale da non poter provvedere ai pagamenti. I comuni, dal canto loro, non possono continuare a prelevare fondi dai fondi di rotazione per tamponare una situazione ormai insostenibile.
Il filo d’Arianna per uscire da questo intricato labirinto non si trova, ma una cosa è certa: a breve molti comuni del comprensorio etneo, fra cui Paternò, saranno per l’ennesima volta sommersi dai rifiuti.
Silvia Giangravè