Sono da poco trascorse le ore 14 di oggi pomeriggio, quando Biancavilla piomba nel terrore. Giuseppe Mazzaglia, 50 anni, conosciuto come “fifiddu”, ritenuto il capo del clan Mazzaglia-Tomasello, è stato ucciso in via Carlo Pisacane, mentre era a bordo della sua minicar. Due killer lo hanno freddato con un fucile caricato a pallettoni, probabilmente un colpo; e pare anche diversi colpi di una pistola. Colpi diretti alla testa e sparati da distanza ravvicinata che l’hanno ucciso all’istante. Per lui nessun tentativo di fuga, nessun accenno ad una reazione. Mazzaglia, sottoposto agli arresti domiciliari, stava andando al lavoro. Assunto come operaio in un’azienda agrumicola, aveva il permesso di stare fuori casa dalle 14 alle 19.

A condurre le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania, è la squadra mobile della Questura di Catania. Un’indagine delicata, questa affidata agli agenti della polizia che dovranno capire chi e perché ha determinato quest’omicidio. L’ipotesi maggiormente accreditata è che il delitto sia maturato nell’ambito di una spaccatura apertasi tra esponenti della criminalità locale.
Non escluso, comunque, che possa trattarsi anche di una decisione maturata nell’ambito dello stesso clan. Si guarda con preoccupazione, ora, al futuro. Non escluso che ora a Biancavilla possa esplodere una faida, una lotta criminale per il riassetto di nuovi equilibri delle cosche locali. Il clan diretto da Mazzaglia è legato alla cosca catanese dei Santapaola.

E dopo la morte di Mazzaglia la mente va subito al 12 ottobre del 2009, quando in viale Cristoforo Colombo, con modalità analoghe, venne ucciso Antonino Strano, 41enne, proprietario di un autosalone.

Mary Sottile